Giornata della legalità

“FRESCO PROFUMO DI UNA MEMORIA CHE VINCE DI MILLE SECOLI IL SILENZIO”

GIORNATA DELLA LEGALITA’ CON SALVATORE CASTELBUONO E ROSARIO LIVATINO

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Giorno 24 maggio 2021 presso il plesso della Scuola Secondaria di primo grado di via Torrebruna è stato nostro ospite il signor Giuseppe Castelbuono figlio di Salvatore Castelbuono, vigile urbano del Comune di Bolognetta e vittima di mafia o, come precisa Giuseppe stesso, vittima del dovere mentre mostra alle classi terze la Medaglia d’Oro al Merito Civile consegnata alla famiglia dal Presidente Napolitano nel 2010.

 

Sono stati ospiti nelle nostre classi la DS prof.ssa Buttiglieri, il sindaco di Bolognetta dott. Grassadonia, l’insegnante Sclafani, nuora del vigile e docente presso la Scuola Primaria di questo istituto, il responsabile di plesso prof. Lupica. Sono stati ripercorsi i momenti salienti della vita del vigile e, attraverso una serie di domande proposte dagli alunni, è emersa anche la parte più privata della vita di Salvatore, la sua integrità come uomo, l’attaccamento al lavoro e alla sua famiglia. Il signor Giuseppe ha ricordato spesso con commozione come il padre cercasse di minimizzare le preoccupazioni che sorgevano durante le sue indagini anche quando “strane” telefonate incominciarono ad arrivare a casa prima del delitto.

 

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La collaborazione con Carabinieri e Polizia risultava determinante per lui in quanto fine conoscitore del territorio di Bolognetta e di Villafrati; rifiutava di concedersi momenti di svago rispondendo ai suoi familiari in questo modo: “Non posso lasciare solo il mio paese”. Sebbene ricordare questi fatti non sia semplice, la memoria che vince di mille secoli il silenzio rende possibile che certi fatti non si ripetano e questo ha spinto Giuseppe e il fratello Antonio ad andare in questi anni nelle scuole. Quello di Salvatore Castelbuono, Totò, per i suoi compaesani, non è solo un nome di un lunghissimo elenco di vittime ricordate ogni anno durante la giornata della legalità e delle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Durante l’ascolto delle domande
poste dagli alunni è emerso che la paura e lo sconforto inizialmente si sono impadroniti della famiglia: moglie e figli senza alcun sostentamento e riferimento in casa. Giuseppe si è rimboccato le maniche ed è dovuto crescere in fretta . Ci dice che sono stati proprio i suoi figli, oggi in servizio nelle forze dell’ordine, a chiedere che il proprio nonno venisse riconosciuto nel suo impegno e nel suo sacrificio per il bene della comunità.

 

Il 25 maggio poi, presso l’Aula Magna della Scuola Secondaria di primo grado di Marineo è stato presentato il libro “Rosario Livatino sotto lo sguardo di Dio” del prof. Nasca. Ospiti dell’incontro: il sindaco del paese on. Ribaudo, Il comandante dei Carabinieri Gulotta, il comandante della Polizia Municipale Badalamenti, il vicesindaco di Marineo prof. Greco e il DS dell’Istituto Comprensivo di Ficarazzi prof. Veca.


La DS della nostra scuola introduce ai ragazzi la figura di Livatino e le sue qualità come uomo , servitore dello Stato e uomo di fede, qualità che secondo il preside Veca vanno portate avanti dagli studenti attraverso lo studio, al fine di diventare appassionati nel lavoro e soprattutto diventare eccellenti grazie al
sacrificio, alla concentrazione e all’impegno. Bisogna diventare padroni del proprio futuro trasformando la stanchezza in impeto.

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Il sindaco Ribaudo, nel ricordare il giudice, parla di come questi abbia rifiutato la scorta ,pur sapendo di essere in pericolo, per non rendere vedove altre mogli di uomini dello Stato. 

 

L’autore del libro poi presenta alle classi Rosario sui banchi di scuola e, in questa fase della vita , emerge già uno degli aspetti peculiari del giudice, vale a dire l’attenzione per la dignità della persona.

Assieme al rispetto delle leggi emerge anche una forte fede, per cui la Bibbia è” lo scrigno più prezioso dove è contenuta la parola di Dio”. E’ questa integrità e fede che spaventano la mafia e ne decretano la sua condanna a morte. Anni difficili quelli: a questa feroce esecuzione seguirono le stragi di Falcone e Borsellino e la morte di Padre Pino Puglisi. L’augurio che lo scrittore fa ai ragazzi è di poter incontrare nel loro percorso un compagno di classe come Rosario.

Il prof. Puma, docente della scuola di Marineo, ricorda bene la paura, il senso di impotenza e la” puzza di piombo” che si respirava in quegli anni e come fosse stata difficile l’infanzia e l’adolescenza in un quartiere come quello di Brancaccio a Palermo , dove l’ unica chance era rappresentata dalla scuola.

Il prof. Veca ricorda anche il momento dell’intitolazione della scuola di Ficarazzi a Rosario Livatino come un gesto simbolico che ha determinato nelle coscienze un cambiamento della cultura della morte, gesto simbolico che è avvenuto anche quando il nostro istituto scolastico ha preso il nome di Mario Francese, giornalista vittima di mafia nel 1979.

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Diversi gli interventi dei ragazzi: uno per tutti quello di Edoardo che ha chiesto se un uomo così eccellente si fosse mai scoraggiato; le sue preziose agende rivelano che anche un uomo eccellente vive momenti di fatica, di tristezza e di sconforto.


Sono giornate come queste che ci mostrano come la scuola rimanga un luogo centrale per la formazione di donne e uomini attivi, consapevoli e capaci e quanto sia costruttivo questo scambio continuo fra scuola e territorio. 


Prof.ssa Patrizia Sorbo Referente alla Legalità